di Angela Bisceglia - 19.06.2020 - Scrivici
Le ragadi possono presentarsi come tagli, anche profondi, che si formano sul capezzolo, oppure come abrasioni, come se fosse venuto via uno strato di pelle.
Queste lesioni procurano un dolore piuttosto intenso nel momento in cui il lattante si attacca al seno e, in alcuni casi, possono anche sanguinare.
Nella maggior parte dei casi, le ragadi sono il segnale che l'attacco del bebè è errato, perché in condizioni normali allattare non deve assolutamente essere doloroso. A volte, l'attacco è sbagliato per via di alcune caratteristiche anatomiche della mamma, come i capezzoli rientranti, o del piccolo, come il frenulo linguale troppo corto.
In questo casi, il capezzolo sfrega di continuo sul palato del bambino, invece che rimanere fisso in fondo al palato stesso.
Per prevenire le ragadi o farle guarire, l'unico rimedio è correggere la posizione errata del lattante durante l'attacco. In realtà non esistono prescrizioni "rigide" sulla posizione, perché quella "migliore" varia molto a seconda della coppia mamma-neonato. Ecco però alcuni consigli:
Come trovare la posizione corretta sia per la mamma che per il bimbo per l' allattamento al seno? A parte le quattro posizioni tradizionali, consigliate dalle consulenti de La Leche League, eccone...
Se la mamma non riesce a risolvere il problema da sola, la cosa migliore da fare è rivolgersi il prima possibile a un esperto di allattamento, che valuterà la situazione e la aiuterà a capire come posizionare correttamente il bebè. Esistono varie realtà alle quali le mamme possono rivolgersi: l'ospedale in cui hanno partorito, i consultori territoriali (anche se non sempre sono presenti), esperte di allattamento IBCLC, che sono le uniche a ricevere una formazione internazionale ufficiale. Esistono anche varie associazioni che possono offrire aiuto, come la Leche League o il Mami, Movimento allattamento materno italiano.
In attesa di risolvere il problema correggendo la modalità di suzione, si possono seguire questi consigli:
In passato, si consigliava di preparare il seno già durante la gravidanza, in particolare di irrobustire i capezzoli sfregandoli con un guanto di crine o con un asciugamano ruvido. Oggi per fortuna non si consiglia più! In realtà non c'è nulla da fare prima del parto per la prevenzione delle ragadi e, dalla nascita in poi, la migliore strategia di prevenzione è un attacco corretto.
Fonti per questo articolo: Dossier Allattamento al seno: tra arte, scienza e natura del Ministero della salute; consulenza di Paola Pileri, ginecologa, esperta di patologia della gravidanza e di allattamento dell'Ospedale dei Bambini Buzzi di Milano.
Nella maggior parte dei casi, le ragadi sono il segnale che l'attacco del bebè è errato, perché in condizioni normali allattare non deve essere assolutamente doloroso. A volte, l'attacco è sbagliato per via di alcune caratteristiche anatomiche della mamma, come i capezzoli rientranti, o del piccolo, come il frenulo linguale troppo corto.
Non spaventarti se durante la poppata esce un po’ di sangue: anche se il bambino lo ingoia o lo rigurgita, non crea problemi. Ricorda che le ragadi non sono una controindicazione al proseguimento dell'allattamento.
In realtà non c'è nulla da fare prima del parto per la prevenzione delle ragadi e, dalla nascita in poi, la migliore strategia di prevenzione è un attacco corretto.
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