di Angela Bisceglia - 25.06.2020 - Scrivici
Una mamma ha esposto sulla pagina Facebook di Nostrofiglio.it la seguente problematica: "Sono preoccupata perché tra pochi giorni tornerò a lavorare, ma non so come insegnare a mia figlia di tre mesi a prendere il mio latte dal biberon. Ho già cominciato a tirarmelo per abituarla al biberon, ma non ci riesco".
A tre mesi l'allattamento è ormai ben avviato e questo ha consentito di ottimizzare la produzione del latte. Anche se non è sempre facile usare il tiralatte, con un po' di pazienza e varie prove per trovare il momento migliore per l'estrazione, la mamma non dovrebbe avere particolari problemi a tirare il latte. Il problema è che la bambina è abituata alla suzione dal capezzolo e alla gestualità dell'allattamento materno, per cui non è facile per lei adattarsi a un cambiamento così drastico, soprattutto in età così precoce.
Che cosa fare quindi? Ecco sette consigli, con la consulenza di Paola Scavello, ostetrica dell'associazione culturale La Luna Nuova di Milano, e di Chiara Losa, infermiera pediatrica e consulente per l'allattamento IBCLC che lavora all'Ambulatorio allattamento dell'Ospedale Buzzi di Milano.
Il primo consiglio è quello di prendersi del tempo e armarsi di tanta pazienza, ben sapendo che all'inizio probabilmente si faranno un passo avanti e due indietro. In pratica si tratta di continuare a proporre il biberon per due o tre giorni di fila, poi lasciar stare per un paio di giorni, poi riprovare e così via. A volte può bastare qualche giorno, a volte sono necessarie anche 2-3 settimane.
Ovviamente, però, bisogna fare in modo che questa insistenza non diventi uno stress per il bambino, altrimenti si otterrà l'effetto contrario.
Magari il problema non è il biberon, ma la tettarella: si possono fare più tentativi con tettarelle diverse. In genere quelle con una base larga sono accettate meglio delle tettarelle strette e lunghe.
Bisogna far capire al bambino che prendere il biberon non significa rinunciare alla mamma. Si tratta semplicemente di due cose diverse e per questo può essere d'aiuto proporgli il biberon in posizioni diverse rispetto a quelle utilizzate quando lo si allatta al seno, per esempio in piedi, camminando o canticchiando.
Se il biberon lo dà la mamma, è facile che il bambino, abituato a poppare, cerchi subito il seno. Per questo potrebbe essere utile che dare il biberon sia un'altra persona, come il papà, la nonna o chi si prenderà cura di lui durante l'assenza materna.
Si può cominciare a far venire la tata a casa alcuni giorni prima del rientro al lavoro, tirarsi il latte e poi allontanarsi dalla stanza per un'oretta: è probabile che il piccolo, non avvertendo la sua presenza, si convinca ad accettare il biberon.
Anche in questo caso, comunque, è opportuno provare a insistere (senza esagerare!) per qualche giorno se non funziona al primo colpo.
Molto utile anche la comunicazione verbale: quando arriva la nonna (o la tata), la mamma dice al bambino che dovrà andar via ed il latte glielo darà la nonna, ma poi tornerà presto. Il tono di voce calmo e rassicurante della mamma, ripetuto ogni giorno, servirà a lungo andare a tranquillizzarlo.
Se proprio non ne vuole sapere non resta che passare ad altri metodi. In particolare, si può utilizzare il dito con una siringa da 10 o 20 ml senza ago: si mette il latte nella siringa e lo si spinge delicatamente in bocca, accompagnandolo con un dito, ovviamente pulito e con l'unghia corta. Ci vuole più tempo, ma magari può essere una fase di passaggio prima di ritentare, dopo qualche giorno, con il biberon.
Se il bambino fosse più grande, intorno ai cinque-sei mesi, si può provare anche con il bicchiere con o senza beccuccio rigido.
A volte, grazie ai permessi dell'allattamento, la mamma riesce a tornare a casa dopo 3-4 ore ed in tal caso potrebbe riuscire ad allattare direttamente al seno il bambino. Non sono pochi i bambini che, piuttosto che rassegnarsi al biberon, preferiscono aspettare il ritorno della mamma.
Per precauzione, però, la mamma dovrebbe lasciare comunque qualche scorta di latte, in modo che chi si occupa di lui possa dargliene un po' - magari con la siringa o un cucchiaino – in caso di necessità o se la mamma dovesse tardare a lungo. In questo caso, probabilmente nel resto della giornata le poppate saranno più frequenti, per compensare.
Innanzitutto occorre avere pazienza. Poi cercate la tettarella giusta. Può può essere d'aiuto proporre al bebè il biberon in posizioni diverse rispetto a quelle utilizzate quando lo si allatta al seno, per esempio in piedi, camminando o canticchiando.
Se il biberon lo dà la mamma, è facile che il bambino, abituato a poppare, cerchi subito il seno. Per questo potrebbe essere utile che dare il biberon sia un'altra persona, come il papà o la nonna. Inoltre il tono di voce calmo e rassicurante della mamma e di chi si prende cura di lui, ripetuto ogni giorno, servirà a lungo andare a tranquillizzarlo e a fare in modo che si abitui al biberon. Se proprio non ne vuole sapere non resta che passare ad altri metodi. In particolare, si può utilizzare il dito con una siringa da 10 o 20 ml senza ago: si mette il latte nella siringa e lo si spinge delicatamente in bocca, accompagnandolo con un dito, ovviamente pulito e con l'unghia corta. Ci vuole più tempo, ma magari può essere una fase di passaggio prima di ritentare, dopo qualche giorno, con il biberon.
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