"Il pieno, per favore".. Noi, la benzina, una volta la mettevamo così... - la Repubblica

2022-09-10 04:08:23 By : Mr. Havad He

VARESE - Targhe, insegne pubblicitarie, apparecchi per misurare la pressione delle gomme, oliatori. E poi pompe di benzina, giochi vintage, gadget e tutto ciò che è legato al mondo delle stazioni di rifornimento. Benvenuti al Museo Fisogni, l’unico al mondo dedicato a questo sconfinato settore e perciò insignito del certificato Guinness World Records.

La struttura - che si trova a Tradate, vicino Varese -  fa parte del Circuito Lombardo dei Musei del Design e della Rete dei Giacimenti del Design Italiano, promossa dalla Triennale di Milano: uno spazio di 400 metri quadri interni e 500 esterni dove gli appassionati possono facilmente perdersi nei ricordi di un mondo che non c’è più, soprattutto adesso in tempi di rivoluzione elettrica.  Merito del suo fondatore, l’imprenditore Guido Fisogni, che sessant’anni fa si mise in testa questa idea folle: restaurare circa 5000 pezzi, conservarli fra quattro mura e offrire al pubblico la storia delle stazioni di servizio dal 1892 al 1990.

“Le targhe, le latte, i globi, i giocattoli e gli altri oggetti che fanno da contorno ai protagonisti assoluti del museo – i distributori di benzina – non servono unicamente a conferire un’estetica gradevole, ma sono testimonianza della rapidità dei cambiamenti”, prosegure Fisogni. “Il mondo industriale, per sua stessa natura, brucia velocemente i suoi prodotti per adottarne altri, più nuovi, più belli, più funzionali”.

Oltre al più antico distributore di benzina, datato 1892 e costruito a Zurigo, e oltre alle migliaia di curiosità che popolano questo insolito Museo, ce n’è una che merita attenzione più di tutte le altre: il distributore che si trovava a Palazzo Venezia durante il Ventennio fascista. Voluto con ogni probabilità dallo stesso Benito Mussolini per rendere omaggio allo stile littorio dell’epoca, il distributore è dotato di una pensilina che ricorda smaccatamente il saluto romano. A progettarlo fu l’architetto Marcello Piacentini, al quale ne furono commissionati diversi esemplari destinati alle prefetture. Sulla colonnina è riportata verticalmente una scritta inequivocabile e decisamente assertiva: benzina pura. Significa che quella pompa non erogava carburante mischiato ad alcool derivante da barbabietole, come si usava fare per favorire la diffusione dell’agricoltura. Era carburante purissimo, che faceva rombare un’Italia assai poco motorizzata e del tutto ignara di cosa significasse la sigla CO2.