Ditelo a Repubblica. le segnalazioni dei lettori

2022-07-30 02:52:58 By : Ms. joy zhang

Repubblica Palermo dà voce ai lettori. Mamme e nonni nelle scorse settimane hanno segnalato soprattutto montagne di rifiuti fuori dalla scuole di Palermo e disagi nella didattica a distanza. Adesso Repubblica Palermo chiede ai suoi lettori di segnalare qualsiasi tipo di disservizio riscontrato in città: non solo cumuli di immondizia non ritirata, segnalazioni sulle scuole, sulle lungaggini burocratiche. Ma pure storie belle di riscatto sociale e integrazione da cui trarre spunto per un articolo. L'e-mail a cui scrivere è palermo@repubblica.it

Circa un mese fa è stata creata la pista ciclabile per tutta la lunghezza di via Ausonia. Io sono tra coloro che hanno esultato perché credo sia un primo passo verso una migliore mobilità cittadina. Però questa innovazione ha reso ancora molto più pericoloso l'incrocio di via Ausonia con via De Gasperi. Per l'esattezza, ha reso ancora più congestionato il traffico dal momento che tutti i mezzi pesanti provenienti dal controviale di via De Gasperi e che girano su via Ausonia intasano di più il traffico di quel tratto di strada, ma soprattutto per i pedoni è ancora molto più pericoloso attraversare. È banale pensare che avrebbero dovuto permettere ai mezzi pesanti di percorrere la corsia centrale di via De Gasperi e farli girare direttamente in viale Strasburgo, ovviamente dopo avere reso viale Strasburgo a doppio senso di marcia nell'unico tratto in cui non lo è. Mi appello all'assessore al Traffico, anche perché giornalmente si verificano incidenti. Per inciso, nel tratto iniziale successivo all'incrocio con via De Gasperi, in via Ausonia ci sono l'agenzia della Bnl, ristorante Casa Morra, panificio/rosticceria/gelateria/bar Quartararo e Ufficio comunale dell'edilizia privata (il tutto in neanche trenta metri di lunghezza), oltre ovviamente altre attività commerciali, tutte con necessità di posteggio. (Palmina Burgio)

Mi chiamo Chiara e ho 27 anni. Quando voglio raccontare la mia storia, dico sempre che la cosa migliore è essere spontanei, senza nessun filtro, senza spazio e tempo. Sono nata sorda e non si sa perché. Mia madre non ha avuto la rosolia in gravidanza, o simili. Io non ho avuto una grave malattia nei primi anni dell’ infanzia. Quindi quando sono nata avevo già un mistero addosso, un qualcosa di grande che non si poteva spiegare. Come se la sordità fosse predestinata a me. I miei genitori hanno scoperto, avevo un anno, che ero una bambina con sordità profonda, ipoacusia neurosensoriale neurovegetativa. Finché un giorno, mia madre andò dall’otorino e d’istinto gli disse: "Controlli mia figlia". Da lì trovò la conferma: "Sua figlia è sorda come una campana!" Andò a casa, si mise sotto le lenzuola con me e mi cantò all’orecchio, piangendo, le sue canzoni preferite. Pensò fra sé e sé: "Mia figlia non può non sentire la musica!" Poi, finito lo sfogo, si rimboccò le maniche e cominciammo insieme un cammino meraviglioso, difficile e faticoso. Dal primo anno di vita sono stata protesizzata, iniziato a fare logopedia, fatto anche musicoterapia, e da due anni ho l’impianto cocleare. Questo non vuol dire che è sempre stato rose e fiori. Anzi, una volta ho toccato il fondo, ma spesso, solo lì si trova la forza di risalire. Ho sempre visto la mia sordità come un “nemico”, un nemico da annientare, da vincere a qualunque costo. Mi sono ostinata ad essere quella che non sono, fino ad accettare il fatto che non avrei mai potuto sconfiggere il nemico, ma avrei potuto amarlo, scoprirlo, farne un punto di forza. Dal nemico è nata un’amicizia, un’amica che mi ascolta e mi dice quando devo fermarmi e non esagerare. Se la sordità è diventata un’amica, l’ignoranza è diventata il mio più grande nemico. Un nemico che non riesco ad accettare, che provo a sconfiggere ogni giorno con scarsi risultati. L’ignoranza ti offenderà sempre, anche involontariamente, sta a noi cercare di superarla. Sono stata vittima di pregiudizi e ignoranza. Quindi tocca a noi, con le nostre diversità, imparare ad avere consapevolezza dei nostri limiti e punti di forza, lavorare sulla nostra sicurezza. Ci si confronterà sempre con l’ignoranza, i dubbi e addirittura la paura nei nostri riguardi, ma ripeto: tocca a noi esser forti, inseguire le possibilità e dimostrare che possiamo eseguire nel miglior modo possibile qualsiasi compito. I miei genitori, soprattutto mia madre a cui devo tantissimo se non tutto, fin dal primo momento mi hanno fatto vivere questa situazione non come una malattia, un dolore. Bensì come una sfida da cogliere e vivere, una strada non battuta da percorrere. Per tutto questo io sono e mi sento diversa, perché è proprio grazie alla mia “sfortunata” sordità che riesco a vedere il mondo con occhi diversi che mi permettono di distinguere le persone “tossiche e nocive” da quelle semplici e positive e preferisco avere a fianco le persone che non si sentono "normali" perché poi cosa sarebbe la normalità? Nessuno lo sa e lo è veramente, ma certo pochi sanno che essere diversi è una forma di ricchezza. Per chi la possiede ma anche per chi la rispetta. Sono quelle le persone migliori. E questa è la mia vita finora. Ho il diploma di Liceo Artistico. Sono laureata e specializzata in Graphic Design ed Editoria all’accademia di Belle Arti di Catania, ora sto seguendo un master di moda in Fashion Marketing, Business e Communication, lavoro come Freelance e più sono direttore amministrivo di una emittente televisiva a Catania.  Ho deciso di aprirmi tanto sui social facendo autoironia, sperando di far capire alle persone che la mia disabilita non deve creare ne disagio ne compassione, le difficoltà sono tante, tutti i giorni, ma sono mie e li affronto quotidianamente. Il mio messaggio è apritevi alle diversità perché fanno parte della vita, ogni diversità è unica, tutti siamo diversi, questa è la magia della vita. Il mio motto è vivere con spensieratezza, perché con l’ironia abbatterò i pregiudizi. (Chiara Bucello)

Il nostro cervello umano, per avere un buon funzionamento, ha bisogno di essere esposto, ad una certa quota di stimoli. Se il nostro cervello, elabora troppi stimoli, abbiamo lo stress comunemente conosciuto; se invece il nostro cervello, è privato di qualsiasi stimolo, abbiamo la condizione conosciuta di deprivazione sensoriale, che porta il nostro cervello a manifestare una serie di malfunzionamenti, allucinazioni, deficit cognitivi, deficit della percezione temporale. Con la pandemia che stiamo sperimentando, in questo ultimo anno, l’attenzione è stata quasi sempre focalizzata, sul numero dei morti per coronavirus, e sul numero dei contagiati. Il protrarsi della mancanza di una vita normale: i giovani che non frequentano la scuola, non potere frequentare palestre, cinema, teatro, privati dei rapporti sociali, del lavoro, delle cose che prima eravamo abituati a fare tutti i giorni, stiamo tutti imparando a conoscere, l’altra faccia dello stress, lo stress da privazione, dovuto proprio alle restrizioni e ai danni da lockdown. Queste privazioni, stanno causando dei danni, sulla psiche di ciascuno di noi, oltre che ai danni sulla nostra economia. Proprio con l’esperienza della pandemia, che stiamo sperimentando in questo ultimo anno, stiamo imparando a fare i conti, con l’altra faccia dello stress, con la quale, non avevamo molta familiarità, lo stress da privazione, dovuto alle restrizioni e ai danni da lockdown. Il nostro benessere psicofisico, e quindi la nostra qualità di vita, si è abbassata di livello, in questo ultimo anno, proprio perché facciamo meno cose di prima, e il nostro cervello è portato quindi ad elaborare, meno stimoli di prima. A livello di senso comune, eravamo abituati a concepire, la condizione di benessere psicofisico, molto dipendente ad esempio dall’alimentazione, dal movimento, dal sonno e non eravamo abituati a concepire questo aspetto dello stress da deprivazione; infatti se gli stimoli sono troppi, abbiamo la situazione aversiva dello stress, che tutti siamo abituati a conoscere e sperimentare; se gli stimoli, invece, da elaborare per il nostro cervello sono pochi, cioè facciamo poche cose, abbiamo una condizione, che si avvicina alla condizione della deprivazione sensoriale, proprio perché per stare bene il nostro cervello ha bisogno di una certa quota di stimoli da elaborare (cose da fare), che non devono essere né pochi né molti. (Antonio Castronovo, psicologo e psicoterapeuta)

Ho 69 anni e sono affetto da una grave patologia (mielite trasversa) che mi costringe a letto e sono intrasportabile. Oggi ho chiamato il numero verde per prenotare un vaccino domiciliare. Mi hanno risposto che in questo momento in Sicilia gli unici che possono richiedere tale procedura sono gli over 80. Motivo per cui, visto la mia età, io non posso richiedere tale procedura. Grato per l'attenzione. (Pietro Scalia)

Prenotato mercoledì sorso nella fascia tra le 18 e le 19, mi accodo alle persone già presenti in via Sadat alle 17,30 riesco ad entrare nel padiglione della vaccinazione alle ore 18,40. Qui mi viene consegnato il numero per il turno effettivo (un bigliettino numerato a penna) con il numero 1537. Una voce gracchiante dal un altoparlante annunciava che era il turno del n° 1013. Ovvia conclusione c’era da aspettare ben 524 persone! E dov’erano tutte queste persone? Tutte nello spazio antistante l’area di vaccinazione... Alla faccia del distanziamento e di tutte le direttive e i divieti! Bisogna pure dire che la quasi totalità dei presenti era composta da soggetti appartenente alla categoria dei "particolarmente fragili" e quindi non dovevano essere esposti a rischi inutili. Nell’attesa che arrivasse il turno di essere vaccinato ho dato un’occhiata in giro. Una struttura veramente appariscente e scenografica: 6 corridoi (tutti dotati di monitor e di display per le code ma tutti assolutamente spenti quindi niente indicazioni) che avrebbero dovuto accogliere i "vaccinandi" ma ad un attento esame si notava che due corridoi erano assolutamente vuoti e quindi non funzionanti per mancanza di personale sanitario. Chiedendo un po’ in giro si veniva a sapere che il personale sanitario presente ammontava a poco più di una decina di operatori (medici ed infermieri) oltre personale amministrativo e di vigilanza. Risultato: la vaccinazione è avvenuta intorno a mezzanotte, dopo quasi sette ore. Alla faccia di tutte le dichiarazioni degli amministratori dell’Asp e dei politici responsabili. Apprendo ora dal Tgr che si sta cercando di ovviare alle code di Via Sadat con... udite udite... cancellando le prenotazioni e quindi diminuendo il numero dei vaccinati! Ciò in perfetta sintonia con la mentalità di chi governa e andando perfettamente contro ogni logica sanitaria che dice di aumentare in modo esponenziale le vaccinazioni... (Duccio Bartone)

Mi chiamo Giulia ed ho 28 anni, vi scrivo per quanto riguarda i vaccini domiciliari a Palermo che sono praticamente inesistenti. Nonostante cerco chiarimenti su internet da settimane e nonostante ho chiamato il numero verde per le prenotazioni, nessuno sa darmi delle risposte. Vi spiego: grazie a Dio ho ancora 3 nonni vivi, purtroppo però tutti e tre non possono lasciare casa e causa di problemi deambulatori. Mio nonno materno ha più di 90 anni, mia nonna materna ha 88 anni e mia nonna paterna ne ha 85. Da quasi un mese, da quando è iniziata la vaccinazione per gli ultra 80enni, abbiamo provato a prenotare il vaccino domiciliare senza alcun successo. Ci hanno detto sin dal primo giorno che a Palermo non ci stava disponibilità per le vaccinazioni domiciliari e che ci avrebbero messo in lista di attesa. Pochi giorni fa mio padre ha richiamato per chiedere se c’erano informazioni,ma nulla, nessuno ha saputo dare una risposta. Io capisco bene che il piano vaccinale deve andare avanti il più velocemente possibile ma perché passare ad altre fasce (insegnanti, etc.) qualora la fascia degli ultra ottantenni ancora non è neanche a metà del suo percorso? Ci dicono che non ci sono abbastanza persone per i vaccini domiciliari, quindi questo che vuol dire che magari riuscirò a farlo per prima io il vaccino o mio padre a 60 anni piuttosto che i miei nonni che sono ad alto rischio con i loro caregivers? Io mi affido a voi per far luce su questa situazione perché conosco tanti altre persone che sono in questa spiacevole dinamica. Spero anche che con un vostro articolo ci sia la possibilità di spingere un po’ questi vaccini domiciliari e capire se realmente si stanno effettuando o se si può avere più chiarezza su questa lista d’attesa (visto che non abbiamo neanche ricevuto un email o messaggio d’iscrizione alla lista). Chi ci dice che i miei nonni siano realmente stati iscritti e riceveremo informazioni? Stiamo solo attendendo invano? (Giulia D'Arpa)

Volevo segnalare alla vostra redazione che sussistono grossi problemi di incomunicabilità con gli enti preposti per fare sapere che vi sono conviventi disponibili alla vaccinazione che abitano insieme a soggetti estremamente fragili non trasportabili che sono già prenotati per un vaccino domiciliare. Non esiste un canale telefonico o mail ad hoc per fare sapere alle Usca che oltre all'anziano ci sono anche i conviventi che desiderano vaccinarsi a domicilio. La casella e-mail dedicata ai vaccini in fiera non sembrerebbe operare da coordinamento per le Usca. Il tutto, appare, in compartimenti stagni. Parrebbe, inoltre, che vi siano casi in cui i vaccinatori abbiano negato la inoculazione ai conviventi dei disabili e non è chiaro se il motivo sia riconducibile alla mancanza di siero. Se così non fosse, ci troveremmo dinanzi ad un comportamento omissivo che il commissario nazionale ha definito delittuoso (quindi da codice penale). Gli anziani non trasportabili sono assimilabili in tutto e per tutto agli ospiti di una Rsa, ed i badanti o conviventi sono assimilabili agli operatori che assistono gli ospiti delle case di riposo. Quindi, perché operare con due pesi e due misure? Il vaccino, se disponibile, va fatto al nucleo convivente del disabile seduta stante e va fatto dello stesso tipo per avere le medesime coperture in simultanea, altrimenti la protezione è sfalsata e non efficace come servirebbe. Non ci serve che qualcuno si fregi nel dire che siamo terzi, secondi o primi nel ritmo delle vaccinazioni, quando di mezzo c'è la vita delle persone messa a repentaglio non solo dal Covid ma anche da un comportamento eticamente e forse anche legalmente discutibile e censurabile. (Sergio Ciprì)

Vi  scrivo assecondando l'onda di indignazione di chi, rispettoso delle regole imposte da un anno di lockdown che hanno violato diritti  costituzionalmente garantiti, è passato martedì 23 dall' hub vaccinale della Fiera del mediterraneo per avere informazioni su come portare un proprio familiare appartenente alla categoria dei fragili. Qua  nessuno sapeva niente, tanti volontari di buona volontà ma di poche idee, iniziative e direttive. Intanto nella  prenotazione si fa riferimento a un accesso prioritario: nessuno sa dove sia e quelli che lo sanno ti indicano la porta carraia. Peccato che quella porta  possono entrare solo i fragili in sedia a rotelle, almeno a detta del "volontario" a guardia di questo accesso. Ma i fragili sono solo in sedia a rotelle? Può essere un soggetto deambulante portatore di fragilità non palesi? Altro punto dolente, la fila e gli assembramenti. Se sei fragile, non puoi stare tanto in piedi. Se sei fragile non puoi fare assembramenti, anche se gli assembramenti sono vietati anche ai giovani e forti.... Se devi mantenere il distanziamento di almeno un metro per evitare i contagi, non puoi stare davanti all'ingresso della fiera... I vigili urbani in gruppo, fanno solo le multe alle macchine posteggiate vicino l'ingresso dove vige il divieto di sosta... Folla oceanica e finalmente, beccandomi un paio di alitate spero covid free, arrivo alla porta e chiedo ulteriori  informazioni... più  confusa che persuasa capisco solo: "vinissi un poco prima ca è megghiu..." Finirà questa situazione? E quando ci saranno più vaccini e quindi più popolo ci becchiamo  il covid prima del vaccino? Ma nessuno di questi geni che vengono intervistati in tv dicendo che le criticità sono superate si affaccia e guarda la fila? (Sebastiana Carbone)

Vi trasmetto copia dell'esposto inoltrato alla Prefettura di Palermo, all'Assessorato Salute della Regione Siciliana, alla Direzione generale Asp di Palermo e per conoscenza alla Procura della Repubblica di Palermo: Lo scrivente, Prof. Daniele Costantino, nato a Palermo il 01/09/1975 figlio unico di Costantino Giuseppe, nato a Palermo il 27/03/1943, soggetto fragile con invalidità al 100%, Legge 104 e difficoltà deambulatorie, e di Raffa Ina, nata a Palermo il 12/09/1941, ottantenne invalida civile con difficoltà deambulatorie invia la presente per esporre i seguenti disservizi riscontrati nella prenotazione della vaccinazione anti-covid per il proprio genitore Costantino Giuseppe, soggetto fragile con patologie cardio-respiratorie, e chiedere chiarimenti sulle reali procedure idonee a prenotare la vaccinazione idonea al proprio genitore. In data 11/03/2021 - annunciata dalle competenti istituzioni sanitarie regionali la possibilità di prenotare la vaccinazione per i soggetti della categoria di appartenenza del proprio genitore Costantino Giuseppe (soggetto ultrasettantenne in condizione di fragilità) - si procedeva alla stessa prenotazione utilizzando il servizio online attivato (si allega prenotazione per il 16/03/2021 successivamente annullata). In quell'occasione si veniva indirizzati, con tempestivo appuntamento per alcuni giorni successivi, presso il centro vaccinazioni di Marineo, comune di propria residenza. Nella stessa giornata, tuttavia, dopo aver consultato la Circolare relativa a "Utilizzo del vaccino COVID-19 VACCINE ASTRAZENECA nei soggetti di età superiore ai 65 anni" ci si recava presso il centro di Marineo per chiedere assicurazioni dell'idoneità del vaccino per il proprio genitore, ricevendo conferma della NON idoneità del vaccino. Si procedeva quindi alla cancellazione della prenotazione, provando a contattare il numero verde 8000009966 e successivamente, seguendo le indicazioni ricevute - inviando una richiesta di informazioni alla competente ASP di Palermo ed agli indirizzi indicati sui portali relativi (A: direzionegenerale@asppalermo.org, d36misilmeri@asppalermo.org, infopoint.d35@asppalermo.org, infopoint.d36@asppalermo.org) senza tuttavia ricevere risposta alcuna (si allega copia mail). Il 19 marzo 2021, seguendo le ulteriori indicazioni fornite dai mezzi di informazione, nonché dal sito https://testcovid.costruiresalute.it/ (pagina dedicata ai soggetti estremamente vulnerabili) si scriveva all'indirizzo dedicato per la provincia di Palermo help.vaccinifiera@asppalermo.org per chiedere la prenotazione di un vaccino idoneo alla propria condizione, allegando le certificazioni richieste (mail non riscontrata). In data 21 marzo si riscriveva al servizio help.vaccinifiera@asppalermo.org per chiedere chiarimenti urgenti sulle modalità di prenotazione, ricevendo finalmente riscontro dal servizio che confermava la presa in carico della pratica. Tuttavia il giorno seguente - 22 marzo 2021 - il servizio rispondeva di non gestire la piattaforma di prenotazione nazionale e di dover effettuare l'operazione direttamente dal sito www.siciliacoronavirus.it oppure attraverso il numero verde 800009966. Esattamente, trascorsi più di 10 giorni di vana attesa, con mail e ripetute telefonate (e relative attese) ci ritrovavamo esattamente al punto di partenza, con il servizio di prenotazione telematica che indirizza  presso il centro di vaccinazione di Marineo (non idoneo a mio padre) ed il numero verde che afferma di non potere provvedere alla prenotazione e di rivolgerci alla competente ASP o all'indirizzo help.vaccinifiera@asppalermo.org, il quale invece rimanda al servizio di prenotazione telematico o al numero verde. Situazione degna di un film comico o di una barzelletta. Peccato sia la realtà. Mio padre, stanco di inseguire il miraggio del vaccino annunciato ma realmente non prenotabile, il 22 marzo 2021, scriveva ancora al servizio help.vaccinifiera@asppalermo.org la seguente mail: ---------- Forwarded message --------- Da: Giuseppe costantino <peppinocostantino43@gmail.com> Date: lun 22 mar 2021 alle ore 16:52 Subject: Re: Costantino Giuseppe - richiesta chiarimenti urgenti To: <help.vaccinifiera@asppalermo.org> Benissimo. Grazie ancora per la risposta. "Duole constatare allora che le informazioni fornite dal portale all'indirizzo https://testcovid.costruiresalute.it/ per i soggetti vulnerabili non sono corrette, visto che sul sito si dice esplicitamente di contattare il vostro indirizzo email per le prenotazioni non effettuabili tramite i canali telematici. Alla pagina si dice infatti che "Tutti i soggetti estremamente vulnerabili che per qualsiasi motivo non riescono ad effettuare la prenotazione mediante i canali telematici possono scrivere una email agli indirizzi di seguito elencati. I cittadini interessati dovranno inviare la certificazione che accerti la loro condizione di salute rilasciata dal medico curante o dallo specialista". Questa la surreale situazione: il servizio telematico di prenotazione mi invia presso il centro di Marineo, che non somministra il vaccino a me adatto. Il numero verde - dopo ore di tentativi - dice che bisogna contattare l'ASP di competenza. L'ASP non risponde. Il sito costruire salute dice che bisogna scrivere a voi, fornendo il vostro contatto email per le comunicazioni. Voi dite che non gestite la piattaforma di prenotazione. Quindi? Dove sta la verità? Dopo più di 20 giorni di telefonate, giri, mail e innumerevoli inutili tentativi mi rassegno quindi a rimanere senza vaccino. Naturalmente invierò questa corrispondenza e segnalerò la vicenda alla Procura della Repubblica, alla Prefettura ed all'Assessorato Regionale competente per segnalare l'inefficienza del servizio e le errate indicazioni fornite, sperando di non ammalarmi o avere conseguenze gravi sulla mia salute frattanto. Ringraziando ancora per la Vs. cortesia, porgo distinti saluti. Giuseppe Costantino, cittadino vulnerabile abbandonato dal proprio Stato Lo scrivente, Costantino Daniele, su richiesta del proprio genitore Costantino Giuseppe, invia la presente PEC per esporre quanto accaduto e chiedere ufficiali chiarimenti sulle reali modalità di prenotazione del vaccino per il proprio genitore, considerando che le informazioni fornite e pubblicate sui siti dedicati non sembrano rispondere a verità. Naturalmente si tiene a precisare che mio padre non ha vuole scavalcare nessuno, ma intende attendere il proprio turno: desidera solo conoscere le reali procedure per prenotare un vaccino idoneo ad un soggetto fragile come lui e chiedere chiarimenti sul motivo per il quale il sistema di prenotazione  https://accesso.prenotazioni.vaccinicovid.gov.it/ continua ad indirizzare un soggetto fragile presso centri di vaccinazione inidonei a tale categoria. Si precisa, come indicato nelle corrispondenza allegata, che mia madre ultraottantenne, signora Raffa Ina, invalida civile e con problemi di deambulazione, coniugata con il signor Costantino Giuseppe, ha invece regolarmente prenotato la vaccinazione per il 10/04/2021 presso il centro di Petralia Sottana, distante più di 1h e 30 minuti dalla propria residenza. Dovendo essere accompagnata dallo scrivente sarebbe stato molto utile e razionale, soprattutto nel periodo di emergenza corrente, per la nostra famiglia unificare gli appuntamenti dei due familiari conviventi. Ma certo cotanta razionalità e pianificazione sembra eccessiva, considerato quanto accaduto e l'impossibilità di reperire anche solo informazioni attendibili sulle modalità di prenotazione. (Daniele Costantino)

Chi scrive è il nipote di tre nonni siciliani del palermitano. Ricorro a questo mezzo perché non so come sollevare un tema che sta a cuore a tante persone e spero che voi possiate dare voce ai nostri anziani che tanto hanno pagato il conto di questa dannata pandemia. Quando la Regione Sicilia ha dato la possibilità di prenotare per via telematica la vaccinazione per gli over 80, ho prenotato per i miei nonni nei giorni 7,8 e 18 marzo e poiché impossibilitati a recarsi negli hub predisposti ho inserito il codice di riferimento per la vaccinazione a domicilio che sarebbero partire da giorno 1 marzo. Fin lì tutto ok, ero sorpreso dalla semplicità della pratica. Qualche giorno dopo vengo contattato dall'Asp di Palermo chiedendo conferma del domicilio dei miei nonni per sapere dove recarsi per vaccinarli. Intorno ai primi di marzo, la beffa: altra chiamata per comunicare che, ahimè, le vaccinazioni a domicilio non sarebbero state effettuate perché dovevano rifare i calendarî e sarei stato richiamato per sapere la nuova data. Il 16 marzo, non avendo ancora ricevuto alcuna notizia, richiamo i numeri dai quali avevo ricevuto la comunicazione per chiedere di eventuali aggiornamenti ma a quanto pare la situazione è rimasta esattamente uguale (per le vaccinazioni a domicilio). Decido di esprimere uno sfogo tramite il mio profilo Twitter, taggando l'assessore Razza, il quale si premura di dirmi "Non so chi l'abbia informata. Ma ne sono già state fatte moltissime a domicilio. E dal 22 partono anche i medici di famiglia.". Gli faccio notare che le comunicazioni riguardavano l'Asp 6 ma non ricevo risposta. Mi premuro immediatamente di richiamare il servizio Usca dell'Asp, riportando quanto detto dall'assessore, ma anche per quell'operatore la situazione era la medesima: vaccinazioni a domicilio al palo, l'alternativa all'attesa era solo quella di riprenotare per recarsi all'hub vaccinale. Se solo fosse possibile. Ora, io non so chi abbia ragione tra l'Asp territoriale e l'assessore né so se quest'ultimo sia informato su come proceda la campagna vaccinale sotto ogni suo aspetto, ma io non so più dove andare a parare. Ed è qui che chiedo a voi di indagare sull'oggettiva situazione in essere nella nostra provincia. Spero possiate aiutare i nostri anziani. (Simone Barbaro)

Gentile redazione Repubblica Palermo, leggo nei vostri articoli che egregiamente, come sempre, vi state occupando della questione vaccini Covid in Provincia di Palermo. Con la presente, vi chiedo di fare delle inchieste sulla grave disorganizzazione anzi totale assenza di organizzazione dei vaccini over 80 domiciliari. Non solo in Sicilia non li hanno iniziati, o forse in piccolissima percentuale, ma la cosa ancor più grave è che nessuno sa darti informazioni. Il fatto che abbiano aperto le vaccinazioni ai vulnerabili, cosa assolutamente giustissima, non ha fatto altro che ulteriormente creare confusione tra i medici e infermieri che si stanno occupando del servizio. Cosa a mio parere ancora più a discapito dei domiciliari over 80 che ancora attendono... Se la priorità, secondo i decreti ministeriali nonchè secondo l'età media e la mediana delle morti per covid, sono gli anziani over 80, allora sarebbe stato opportuno, prima di far partire in maniera così massiccia gli over 70 e i vulnerabili, trovare prima una soluzione per gli over 80 domiciliari. E' ovvio che poi si legge sui giornali che non hanno più infermieri per i domiciliari (una gran scusa). Anche un bambino capirebbe che se fai partire la vaccinazione per altri gruppi, ma lo staff dei vaccini rimane invariato, il gruppo dei domiciliari continua ad essere abbandonato e totalmente non considerato. Prima risolvi il problema di chi è rimasto fuori, ottimizzando le risorse umane e logistiche, e poi gradualmente fai partire il resto dei gruppi. Oltre a ciò aggiungo che nel mio caso specifico, da brava cittadina che rispetta le regole e che segue le istruzioni del nostro Governo, ho prenotato il 9 febbraio tramite piattaforma online il vaccino per mia nonna di 91 anni, mi viene data dal sistema la data del 12 marzo. Dal 9 febbraio al 12 marzo non riceviamo alcuna telefonata o messaggio, nulla. Bene il 12 marzo, prepariamo la nonnina per il vaccino domiciliare e dopo ore di attesa non si presenta nessuno! grande sgomento da parte nostra e immenso dispiacere! Per giorni contattiamo telefonicamente e via e-mail ordinaria e PEC le varie ASP competenti, ovvero ASP Enna (dato che il vaccino domiciliare doveva arrivare da lì), ASP Petralia Sottana (in teoria distretto di competenza del comune in cui risiede la nonna), ASP Cefalù e ASP Palermo. Bene, di tutte queste ASP soltanto Enna, Petralia e Cefalù hanno educatamente e correttamente risposto alle mail e alle telefonate allargando le spalle perchè ahimè non avevano alcuna notizia nè della prenotazione di mia nonna e nè dell'inizio dei domiciliari da parte di Palermo. Pertanto abbiamo continuato insistemente a contattare l'ASP di Palermo (più di 7 numeri telefonici e 5 indirizzi e-mail) ma con immenso dispiacere nessuno si è mai degnato di rispondere (incluso l'indirizzo ufficiale help.vaccinazionifiera@asppalermo.org). Nessuno. E questo è un aspetto ancora più triste. Quindi non solo gli anziani domiciliari sono totalmente abbandonati, ma non abbiamo neanche la possibilità di parlare con qualcuno che possa dare notizie, pertanto il dubbio che la prenotazione sia stata totalmente persa diventa sempre più realtà.  Quindi vi chiediamo di fare inchieste su queste inefficienze e di chiedere alla Regione e alle varie ASP che assumano personale semplicemente per rispondere alle mail dei cittadini che sono totalmente rimasti abbandonati e vittime della loro incapacità a gestire la campagna vaccinazione seguendo le linee guida ministeriali. Posso comprendere che ci siano stati dei ritardi, ma non avere oggi (dopo più di un mese) nessuna notizia, una lista provvisoria, una telefonata che ci informa sullo status quo, una mail, qualcosa insomma è veramente segno di disorganizzazione e scarsa attenzione a quanto dettato dai regolamenti nazionali nonchè assenza di rispetto verso i nostri anziani e i medici che giornalmente si vedono arrivare anziani nelle terapie intensive affetti da Covid. Tristemente è un caso nazionale come la stessa repubblica nazionale di oggi ricorda "Vaccini, fragili e dimenticati: metà degli over 80 resta senza copertura", che se poi guardi nelle singole regioni scopri che questa "metà" supera di gran lunga il valore stimato. Spero in un Vostro aiuto, fate inchieste più approfondite, fate informazione, ma soprattutto scoprite voi, che potete, se esistono ancora queste prenotazioni, dove sono andate finire, in quale altra lista parallela sono state inserite, insomma fate capire che bisogna informare i cittadini, soprattutto i più vulnerabili, dello stato delle cose, perchè non è giusto continuare con questo stato di abbandono e totale silenzio. (Marcella Giacomarra)

Poter vaccinarsi contro il Covid è una fortuna ma martedì scorso alla Fiera del Mediterraneo è stato un vero caos. Da copione panormita: file autogestite, scoppi d'ira per la disorganizzazione, frotte di saltafila, poliziotti che passano come figuranti, volontari troppo giovani e sprovveduti per gestire gli umori e l'afflusso, rischi di svenimento sotto la canicola. E ancora, funzionari evasivi, medici che sventolano circolari lette male, vigili con la mascherina abbassata che minacciano multe agli assembrati. E il vero scandalo è proprio questo: costringere a quasi 5 ore d'attesa sotto il sole persone affette da gravi patologie. (Alfredo Patania)

Questa mattina, dovendo cambiare la data di un appuntamento avuto dalla Asp per una visita urologica presso l'Ospedale di Partinico, ho telefonato al numero verde 800098739 del Cup per effettuare il suddetto cambio. Ho telefonato alle ore 9 e dopo 6:15 minuti di attesa, la risposta è stata che tutti gli operatori erano occupati e non potevano rispondere e venivo invitato a provare più tardi. Ho richiamato dopo circa 15 minuti, ma la risposta è stata la stessa. Per farla breve, ho provato ogni 10/15 minuti fino alle 12,45 ottenendo sempre la stessa risposta in automatico. Premetto che, quando mi è stato dato questo appuntamento, sono stato avvisato di chiamare al suddetto numero nel caso non avessi potuto tenere fede all'appuntamento datomi. In caso contrario, sarei andato incontro ad una contravvenzione! Così facendo, si continua a trasmettere sfiducia nei cittadini verso le pubbliche amministrazioni. Come si fa, in questo caso, a chiedere di cambiare l'appuntamento? (Nicola Adamo)

Sono il proprietario di un Market in zona Uditore. Da un po'di giorni mi attengo all'ordine del sindaco Orlando, cioè quella che vieta la vendita di alcolici a qualsiasi tipo di attività commerciale dopo le 18. Ma giornalmente le persone vengono a riferirmi che il distributore di bibite che si trova a poche decine di metri dalla mia attività eroga birra a qualsiasi orario. Io mi attengo perché sono una persona rispettosa delle leggi e perché in questo periodo di crisi incappare anche in una sanzione non è l'ideale. Ma mi chiedo se faccio bene, in 4 giorni ho perso almeno 500 euro di incasso, perché la mia piccola attività è in un punto di passaggio per quelle persone che finiscono la loro giornata lavorativa e vogliono bere un paio di birrette a casa. Desidererei che "Repubblica" punti un po' i riflettori su questa situazione assurda. (Luca Trapani)

Sono una docente liceale e ho 56 anni. Voglio esprimere la mia viva preoccupazione nonché la mia indignazione per il fatto che si sia proposto un ritorno a scuola al 75%, mentre i docenti dell’età più a rischio non hanno ancora alcuna copertura vaccinale. Mi pare una scelta illogica e omicida. (Maria Enea)

Segnalo che tutti cassonetti della spazzatura su via Ernesto Basile (e non solo) sono stati posizionati volutamente con il coperchio staccato senza la possibilità di tenerli chiusi. Questo fatto a mio avviso è un fatto grave che peggiora la qualità della salute pubblica in quanto animali, tipo ratti e gabbiani, giravano nei cassonetti dei ristoranti perennemente aperti. Inoltre odori di spazzatura maleodorante si diffondono nelle vicinanze dei cassonetti e lo spettacolo della spazzatura a vista è veramente indecoroso. (Salvatore Presti)

Leggo che i dipendenti Rap sono in stato di agitazione perché mancherebbero i soldi per gli stipendi. Per i palermitani, duole sottolinearlo, cambierà poco visto che i servizi offerti dalla Rap sono pressoché inesistenti. Palermo è una città allo sbando (espressione abusata) che non al momento non ha nessuna speranza di rialzarsi e invertire la rotta. Mi chiedo, senza polemica, come occupino il tempo i componenti della Giunta. Mezzi pubblici inesistenti, risanamento del centro storico mai partito veramente, periferie abbandonate, manutenzione ordinaria della città ferma da anni, rifiuti ovunque e differenziata a livelli da terzo mondo. Questo è un elenco di emergenze che sono oramai uno stato di fatto, da anni ormai, in una città che è stata addirittura Capitale della Cultura. Ma di che parliamo? Quale capitale, quale cultura. Palermo è una città invivibile gestita da personaggi rivelatisi incapaci anche solo di gestire un condominio. Vergogna! (Cristina Cusimano)

A Palermo sembra che la gente non abbia compreso i rischi del Covid-19. Assembramenti paurosi ovunque, code di macchine a ogni angolo della strada, persone a iosa con la mascherina non indossata correttamente. Proprio perché il buon senso e la cautela non bastano occorrerebbe un controllo più accurato da parte delle forze dell’ordine, attraverso un massiccio spiegamento di unità in diversi punti della città, specie nelle zone più trafficate. Le restrizioni delle libertà fondamentali non giovano a nessuno, ma bisognerebbe comprendere che non sarà di certo la violazione delle norme a restituircele. (Claudio Cipolla)

Scrivo a nome di tutti quelli che in mountain bike o a piedi percorrono sentieri di monti e boschi: ultimamente l'accesso ad uno dei luoghi più vicini a Palermo è diventato difficoltoso perché i residenti hanno chiuso la strada principale, via Cederna (strada che sin dalla notte dei tempi consente di accedere all'area boschiva di Pizzo Manolfo). Non metto in dubbio la proprietà e i diritti dei residenti, ma se posso comprendere il disagio creato da auto e moto non comprendo che fastidio possano dare pedoni e ciclisti che transitano verso una zona demaniale che dovrebbe essere accessibile a tutti. Quindi chiedo che si faccia qualcosa per lasciare aperto un varco per pedoni e ciclisti, come in tutte le zone forestali, per poter raggiungere facilmente una zona che dovrebbe essere fruibile da tutti i cittadini. (Giorgio Milazzo)

Il 27 gennaio ricorre il Giorno della Memoria, sancito in Italia nel 2005 .Vogliamo ricordare anche gli I.M.I., Internati  Militari Italiani nei lager nazisti dopo l'Armistizio dell'8 Settembre 1945. 800.000 italiani deportati in Germania e Polonia perché si rifiutarono di obbedire al Reich e di aderire alla repubblica di Salò : forze venute meno ai nazifascisti,con conseguente abbreviazione del conflitto. La deportazione nei lager ne uccise oltre 50.000 per la fame, il freddo, le malattie, i maltrattamenti, le vessazioni, il lavoro coatto, le fucilazioni, le esecuzioni a colpi di badile o sbranati dai cani. Liberati dalle truppe alleate nel 1945, al ritorno in Italia nessuno riconobbe agli I.M.I. il loro sacrificio, consumato non con le armi ma con l'uso del corpo, fino allo stremo. Solo nel 2006 una commissione voluta dal Presidente Napolitano ha riconosciuto il grande valore di questi "Partigiani della Libertà", anch'essi costruttori della nostra Repubblica e della nostra democrazia. Mio padre, avvocato Fortunato Germanotta, Medaglia d'Onore  alla Memoria 2017, era uno di loro:  14188JT, stalag IA 41892 FZ, lager Sandbostel. (Mariella Germanotta, ANEI Sicilia - Associazione Nazionale Ex-Internati)

In via Bosco, traversa di via Maqueda, a Palermo, è stato abbandonato un materasso matrimoniale, che come si evince dalla foto allegata, occupa più della metà della carreggiata stradale. (Giorgio Federico Pitarresi)

Cominciamo questo nuovo anno con una riflessione e un auspicio sperando che, più di ogni parola, eloquentemente  descrivano  entrambi  quanto  questa  piccola  e  fortissima  associazione  ha  fatto, notato,  approfondito,  denunciato,  proposto  nel  corso  dell’anno  che  si  è  appena  concluso, confermando il proprio costante impegno nella tutela delle risorse del mare, dei mestieri del mare e della blu economy.  Assistiamo attonite a scelte di governo regionale che escludono le donne dalle posizioni di vertice istituzionale locale. Ne prendiamo atto, forti del fatto che Associazione Donne di Mare è presente per legge in un organismo pubblico che è la Consulta Regionale della Pesca Siciliana. Se questo è il trend, servirebbe una nuova legge per escludere la presenza di questo piccolo presidio di genere in un mondo prevalentemente maschile dove, forse, la parola “maschio” rischia di essere esagerata. Auspichiamo ovviamente che ciò non accada. Qualche esponente politico precisa che sia piuttosto necessario avere qualcosa in mezzo alle orecchie per tutelare gli interessi dei siciliani. Noi arriviamo addirittura a condividere questo concetto, purché riferito allo stesso tipo di teste. Ed è per questo che confidiamo nel nuovo assessore di cui conosciamo il costante impegno sui temi del mare e delle sue risorse. Certo sarebbe un gesto di straordinaria civiltà politica se l’attuale giunta siciliana e il suo Presidente Musumeci decidesse di affidare la delega alla pesca ad una donna, magari della nostra associazione così tanto pluridisciplinare e accreditata da norme regionali. Ma se ciò fosse un auspicio “troppo velleitario e insopportabile” a causa del colore politico della attuale maggioranza, ci piacerebbe pensare che il nuovo Assessore, rispetto agli altri suoi colleghi goda di un vantaggio in più: la nostra presenza.  Ci auguriamo, quindi, che se ne avvalga nel nuovo anno, dando segnale di discontinuità. Se, come temiamo, per escludere le donne si è scelto di non convocare una intera Consulta, speriamo che il nostro  nuovo  assessore  si  avvalga  della  nostra  collaborazione  per  la  straordinaria  piazza  di intelligenze  che  vi  operano  all’interno.  Mettiamo  tutto  ciò  sin  d’ora  a  disposizione  del  nuovo percorso  decisorio  all’interno  di  organismi  trasparenti  come  la  Consulta  Regionale  della  Pesca Siciliana e, di contra, saremo vedette a tutela di scelte di segno opposto per le quali esisterà pur sempre un giudice a Berlino. (Associazione "Donne di mare": Bonetta Dell’Oglio, Daniela Addis, Paola Gianguzza, Daniela Mainenti, Roberta Messina)

Sono la madre di un bambino autistico che frequenta una scuola primaria a Canicattì; dal mese di ottobre, causa Covid, tutte le scuole sono state chiuse senza alcun approccio "chirurgico". Chiuse e basta.  Durante questa chiusura l' assistente all'autonomia non è stato garantito a domicilio a mio figlio " perché il servizio era sospeso". Ma la DAD, non e' scuola?  Mi attrezzo di buona volontà e faccio venire a domicilio l'assistente, pagandola in nero. Non me ne vergogno. Dopo un anno scolastico passato a lavorare in casa (sono anch'io docente) e seguire due figli di primaria in totale abbandono, ho fatto di necessità virtù. Lunedì di questa settimana si rientra: sollievo e contentezza; Michele a scuola lavora bene; non e' oppositivo e fa progressi; e finalmente si segue la disposizione generale. Le scuole nelle zone rosse sono aperte o chiuse in presenza di casi, ergo da noi si procederà così.  Troppo ottimismo: dopo appena quattro giorni e pressioni infinite dei genitori con assenteismo di massa, arriva la notizia: si richiude con una generica ordinanza del sindaco. Telefono alla dirigente: mio figlio puo' frequentare da solo, per garantirgli il diritto allo studio? Le chiedo di interpellare gli organi competenti e darmi una risposta su base normativa. Voglio solo conoscere le opportunità di mio figlio. O dovremo stare in questa terra di nessuno? Niente sostegno - che funziona solo in presenza- e niente assistente. Non lo accetto: se io posso pagare perché "sono fortunata" lo chiedo anche per i tanti bambini che fortunati non sono. Inclusione... Macchè... ultimi tra gli esclusi, ultimi tra gli ultimi. (Teresa Cambiano)

Pregiatissimo e Stimatissimo Sindaco, Prof. Leoluca Orlando, innanzitutto la ringrazio per avere dato seguito alla mia precedente e-mail dell'altro ieri 24 c.m. Tuttavia insisto perché si intervenga prima di subito. Il pattume è ormai quasi dentro al portone d'ingresso del palazzo in cui vivo e il fetore è nauseabondo. Anche volendo differenziare i rifiuti non riesco ad arrivare agli appositi contenitori perché dovrei camminare sul pattume. La bellissima Zisa espone il cartello di ingresso solo su prenotazione on line per evitare contagiosi assembramenti, laddove, tutto intorno, la sporcizia è tale che le parole pulizia e sanificazione sono vuote di significato adesso più che da sempre in questa zona. Il servizio di prenotazione funziona bene e ho prenotato ieri per oggi alle 14 per allenarmi. Non me la sento infatti di correre come d'abitudine nelle vie del quartiere tanto luride. Purtroppo da cosa nasce cosa, da pattume fiorisce pattume. Pertanto non ci sono più regole: le deiezioni dei cani hanno preso ad abbondare sui marciapiedi perché i loro proprietari pensano che tanto, in tale sporcizia, una cacca in più, una in meno non si nota. Ma non è così purtroppo. Sappiamo che ci sono nuovamente problemi con le discariche sovraccariche, ma non credo sia possibile procrastinare ulteriormente la raccolta. La ringrazio per l'attenzione e le ricordo che avevo comunque segnalato anche il problema della raccolta dei rifiuti speciali (materassi e piccola mobilia in particolare) distribuiti accanto a tutti i cassonetti della zona e di quelle limitrofe. La saluto sempre con simpatia e stima. Cordialmente (Liana Altamore)

Ho deciso di scrivere quanto ho provato e sto provando sulla mia pelle per denunciare lo stato di incompetenza e inefficienza nel quale versiamo nonostante il caro presidente Musumeci continui a riempirsi la bocca di parole e a postare su fb notizie non vere. Le sue sono parole, i miei sono fatti. Il pomeriggio di lunedì 26 ottobre mio figlio Samuele, di 10 anni, inizia ad avere la febbre alta. Chiamo la pediatra che mi rassicura dicendomi che non tutte le febbri di questo periodo sono imputabili al Covid. Però, mi dice anche di aggiornarla quotidianamente sullo stato di salute del bambino e così faccio. Dopo due giorni di febbre alta, mercoledì sera Samuele inizia a stare meglio. Giovedì mattina vado a lavorare come di consueto a scuola, ma in tarda mattinata comincio a sentirmi “strana”.  Torno a casa, misuro la temperatura che sale fino a 37,1-37,2. Però continuo a sentirmi strana, mi fanno male le ossa e sento la testa pesante. Consigliata dalla pediatra, venerdì mattina io e mio figlio facciamo il tampone presso un laboratorio privato. Il dottore che ci effettua il tampone, gentilissimo, ci da tutte le rassicurazioni necessarie, è molto preparato e molto scrupoloso. Dopo qualche ora mi telefona e mi comunica che mio figlio è risultato positivo al Covid per cui deve fare la segnalazione all’Asp per far partire tutte le procedure del caso. Per quanto riguarda me il test ha dato una risposta dubbia, forse perché la carica virale ancora era troppo bassa, per cui il dottore mi propone di ripete il test, gratuitamente, lunedì mattina. Nel frattempo, domenica mattina, vengo contattata dall’ufficio dell’Asp che si occupa dei casi di covid a scuola e ci programmano un tampone a domicilio, per me, mio figlio e mio marito, nel pomeriggio stesso. Alle 15.30 circa di domenica 1 novembre viene un dottore dell’Asp ed esegue i tre tamponi molecolari. Da allora inizia l’odissea! Chiediamo al medico che è venuto a casa quanti giorni ci vorranno per sapere l’esito e ci dice che ce ne vorranno circa 3. Ci mettiamo l’animo in pace ed aspettiamo. Nel frattempo io avevo iniziato a sviluppare diversi sintomi: spossatezza, mal di gola, tosse. Tutti sintomi curati a casa grazie al mio medico di famiglia. Mio marito, invece, sempre da giovedì pomeriggio, ha avuto 3 giorni di febbre alta curata con Tachipirina, che poi è andata piano piano ad abbassarsi. Nessuno in quei giorni ci chiama per sapere come stiamo, se i sintomi stanno andando verso una remissione o un peggioramento, se siamo vivi o morti. Il 6 novembre, dopo 6 giorni, finalmente qualcuno dell’Asp si fa vivo. Ci comunicano telefonicamente che tutti e tre i tamponi sono risultati positivi. Però in data 6/11 ricevo via mail solo il referto del mio tampone. Riceverò in data 12/11 quello di mio marito e non riceverò mai quello di mio figlio. Nel frattempo il 10 novembre avevo ricevuto i provvedimenti, per me e per mio marito, di isolamento domiciliare obbligatorio a far data dal 4 novembre. Nel mio si legge che viene disposto l’isolamento domiciliare obbligatorio perché sono risultata positiva al test Covid 19. In quello di mio marito si legge, invece, che l’isolamento domiciliare obbligatorio è stato disposto in quanto coabitante con soggetto positivo al Covid. Coabitante? Ma se anche lui è risultato positivo! E poi coabitante con me? Semmai coabitante con il figlio Samuele. E’ da lì che è partito il contagio! Be', tutto ciò che riguarda mio figlio è sparito. Non abbiamo ricevuto né tampone né provvedimento che riguardasse lui e, come se ciò non bastasse, il bambino dopo qualche giorno di didattica a distanzi integrata, che ha visto coinvolta tutta la classe che era in quarantena, è stato di nuovo dimenticato da tutti. I compagni, negativi ai tamponi, sono tornati a scuola, lui è rimasto a casa senza alcun contatto con nessuno, senza lezioni online. Ma la storia non è finita. Domenica 8 novembre veniamo contattati dalla dottoressa Giuffrida dell’Asp che, molto gentilmente riepiloga la situazione e ci autorizza a recarci presso il Drive-In dell’ospedale Tomaselli per ripetere il tampone, mercoledì 11 novembre. Alla dottoressa che esegue i tamponi chiediamo dove saranno mandati i tamponi e ci viene risposto che saranno inviati al Policlinico o all’Istituto Zooprofilattico. Torniamo a casa ed aspettiamo pazientemente 3 giorni. Arriviamo a venerdì 13 e dei nostri risultati nemmeno l’ombra. Chiamo l’Istituto Zooprofilattico e mi rispondono che lì non sono stati portati i tamponi. Mi informo per il Policlinico e nemmeno lì risultano i nostri tamponi. Che fine hanno fatto? Dove sono stati portati? Mi attacco al telefono e passo l’intera giornata di venerdì e di sabato chiamando tutti i numeri dell’Usca (338.352-6635-6667-6438-6544) e tutti i numeri dell’Asp (095.254-9999-0152-0153-0227 -0194-0195) in mio possesso. Ma invano! Nessuno risponde! Siamo abbandonati a noi stessi!   Ormai, grazie a Dio, stiamo bene. I sintomi sono passati. Stiamo recuperando la salute fisica, ma la salute mentale questi signori la stanno mettendo a dura prova. Scrivo una mail all’Usca (usca.catania@aspct.it), una alla sorveglianza covid (sorveglianza.covid19@aspct.it), una all’ufficio da cui ho ricevuto referti e provvedimenti (trasmissione.referti@aspct.it) ad una addirittura al Presidente della Regione (segreteria.presidente@regione.sicilia.it) che su fb continua  a farsi bello dicendo che ha potenziato Usca e Dipartimenti.   Ma di quali Usca e di quali Dipartimenti sta parlando? Sa che cosa significa? Sa se davvero dietro tutti quei numeri e tutti quegli indirizzi mail c’è qualcuno che risponde? Ha mai verificato? Non si trattano così i cittadini! Bene, ora ho deciso di denunciare tutto ai giornali, sperando che qualcuno possa aiutarmi. Oggi è il 15 novembre. Siamo chiusi n casa dal 26 ottobre prima e dal 1 novembre dopo, anche se l’ufficialità è partita dal 4 novembre per incongruenze dell’amministrazione che andrebbero denunciate. Quanto ancora dobbiamo stare a casa, dimenticati da tutti? Quando potremo riprendere ad andare a lavorare? Quando mio figlio potrà uscire a farsi una passeggiata? Questo si chiama prendere in ostaggio! Ma noi, però, non abbiamo ucciso nessuno contrariamente a quanto sta facendo il Governo, almeno regionale, che uccide la dignità e la salute mentale delle persone e che sarà da me personalmente denunciato per danni morali. Perché se il Covid non sempre uccide, uccidono però questi modi di trattare le persone perbene che lavorano, che pagano le tasse e che votano e che, però, dal sistema vengono abbandonate, recluse, isolate, dimenticate. (Eleonora Chicarella, psicologa, psicoterapeuta dell’età evolutiva, insegnante di sostegno specializzata).

Sono un ragazzo di Palermo e come tanti palermitani e non, sono disgustato prima dall'intervista fatta alla ormai famosa Angela da Mondello, e ancora di più dal video che sta impazzando su Youtube dove la famigerata Angela, dopo avere pianto da Barbara D'Urso, ha pensato bene di fare un video per continuare questa sua disinformazione frutto, spero, di sola ignoranza. Questo video mi ha particolarmente sdegnato perchè è uno schiaffo a tutte le persone che stanno soffrendo, che sono morte e a tutte quelle persone come medici, infermieri, oss e il personale sanitario tutto, che ogni giorno combatte contro questa malattia che è stata da troppi sottovalutata e addirittura ignorata a discapito di chi oggi per questa malattia non c'è più. Per questo invio questa foto che questa notte, una delle tantissime notti passate dentro il reparto covid, la mia fidanzata si è fatta scattare. A parer mio dovremmo prendere esempio da queste persone, che lottano sempre ed ogni giorno una guerra che sta lasciando segni nei loro volti e nei loro cuori, ma che affrontano ogni giorno anche con un sorriso e con piccoli gesti come questi. Grazie per la disponibilità. (Andrea Riina)

In merito all’articolo di ieri, mi permetto di segnalare l’ex ospedale “S. Spirito” di Carini, dismesso dal 1997 ma strutturalmente in condizioni perfette, che in atto è dotato di pronto soccorso al piano terra, ma con due piani utilizzabili. Altro grande ospedale, un vero policlinico, del quale non si parla mai è l’ospedale Militare di corso Calatafimi, utilizzabile per oltre 100 posti-letto, laboratori analisi, radiologia, farmacia, etc. In verità l’amministrazione militare, per motivi economici, lo ha dismesso circa venti anni or sono, ma le strutture ed i servizi sono senz’altro più facilmente fruibili delle tende o di ruderi fatiscenti e vandalizzati. (Gian Claudio Scaglione)

Sono un cittadino di Piana degli Albanesi. Vorrei segnalare alla Vostra redazione una situazione emergenziale che si sta verificando nel mio paese da circa 6 mesi, ossia emergenza idrica. Il paese sta attraverso un momento di grave difficoltà per la distribuzione di acqua gestita dalla società AMAP spa. Dai vari comunicati del primo cittadino viene dichiarato che l'emergenza è causata da problemi di condotta e vari guasti. La distribuzione avviene a giorni alterni per non più di tre ore. Non tutte le abitazioni (non avendo il motore pescante), usufruiscono dell’approvvigionamento di un bene che dovrebbe essere primario. Ogni volta si è costretti a chiamare la polizia locale e mettersi in lista affinché le autobotti (gestite da privati e non si sa da quale fonte riempiano le loro cisterne), possano tamponare l'emergenza. Mi chiedo se le autorità competenti, i governanti, chi dovrebbe fare i controlli ecc. sono al corrente di ciò che sta succedendo nel nostro paese e se nel 2020 è normale che ancora ci siano disagi idrici molto rilevanti dovuti a problemi tecnici di inefficienze delle condutture (perdite, problemi di pompe pescanti ecc.). Grazie (Giorgio Barbato)

Noi Praticanti Avvocati non ci sorprendiamo più delle modalità con cui si affronta il tema dell’esame di abilitazione forense, a partire dalla comunicazione dell’ufficialità del rinvio, per finire con la mancata specificazione sia delle date in cui si svolgeranno gli esami, sia soprattutto delle tempistiche legate alla correzione degli elaborati. La tutela della salute dei candidati e delle rispettive famiglie è necessaria ma chiediamo con forza maggiore chiarezza e impegno da parte del Ministero della Giustizia, come la previsione di commissioni d’esame più numerose, al fine di non coinvolgere con questo rinvio, anche la sessione di dicembre 2021, che si spera prevederà già l'applicazione di una riforma che sappia coniugare diritto di accesso al lavoro e prestigio della professione . (Giuseppe Marinaro, A.PRA. Palermo)

Sul sito dell'Amap non si possono né visionare né scaricare le fatture. Dopo sei mesi di mail inviate all'azienda in cui ho chiesto di risolvere il problema - la prima risale a giugno - continuo a non potere usufruire del servizio online. E' una cosa assurda, oggi a seguito dell'ennesima mail che ho inoltrato in copia anche al vostro giornale mi ha chiamato il direttore dei servizi commerciali dell'Amap scusandosi e dicendo che i tecnici non riescono a trasferire le fatture sul sito. Il problema dunque non si é ancora risolto ma sono sei mesi che lo segnalo, io come anche altri utenti. La prima mail risale al 22 giugno: "Vi chiedo di mettere le vostre ultime bollette a disposizione dell'utente quando accede allo sportello telematico - ho scritto all'Amap - Non è accettabile che l'ultima bolletta scaricabile e consultabile in dettaglio sia quella del IV trimestre 2019. Se cerco di scaricare il Pdf delle ultime bollette, il sito mi risponde: non disponibile. L'azienda risponde dopo tre giorni dicendo che il disservizio sarebbe stato risolto a breve. Da lì altre mail e la richiesta, stavolta, dell'azienda all'utente a inviare carta d'identità e codice fiscale. È una richiesta fuori della realtà: ogni volta che un cittadino, utente registrato, vuole scaricare una bolletta Enel, Sky, Tim o Vodafone deve fornire la carta d'identità e codice fiscale? Ancora una risposta il 23 settembre: "In riferimento alla Sua mail, la informiamo che abbiamo inoltrato la sua richiesta all'ufficio di competenza". Intanto siamo al 5 novembre e le fatture non si possono ancora scaricare. (Carlo Cracolici)

Qualcuno può spiegare da dove arriva (e perché) l’acqua che invade ogni giorno piazzetta della Pace, davanti all’isola ecologica? (Arturo Russo)

Quali sono i dati del contagio a Tremestieri Etneo? Nei giorni scorsi i mezzi di comunicazione hanno diffuso un elenco, ma il nostro comune non era presente. L’assenza, in un primo momento, mi aveva confortato. Ma confrontandomi con amici, conoscenti e gente comune ho potuto constatare che in paese i contagi ci sono e nelle ultime ore ho appreso che vi sarebbero anche dei dipendenti comunali contagiati. Anche per rassicurare, oltre che per trasparenza, è opportuno che l’amministrazione, su una vicenda così delicata, facesse chiarezza e informasse in modo puntuale i cittadini. Non divulgare i dati potrebbe nascondere il tentativo di 'proteggere' l’imminente tornata elettorale per la quale, come è noto, è stata chiesta la revoca o l’annullamento del decreto regionale perché emesso fuori tempo massimo. Alla luce, peraltro, dell’aumento dei contagi e delle imminenti decisioni del governo centrale, sarebbe auspicabile un rinvio per ragioni sanitarie. Non si possono chiudere le attività commerciali, limitare gli spostamenti delle persone e poi fare svolgere le elezioni comunali. Ricordo, infine, che su queste elezioni vi è una indagine in corso con accuse molto gravi. Non tenerne conto è da irresponsabili. Ribadisco, ancora una volta, che è più che mai necessario un rinvio e il conseguente e naturale commissariamento del comune. (Santo Nicosia)

Sono la mamma di Chiara, una bimba che frequenta la prima media all'istituto Setti Carraro di Palermo Via Tiepolo Palermo. Volevo segnalare la situazione di degrado urbano che si presenta nei pressi della scuola, grazie ad una discarica a cielo aperto, ho appena fatto segnalazione anche segnalazione alla Rap, allego pertanto delle foto a dimostrazione di quanto esposto. (Valentina Di Gregorio)

Salve, desidero segnalare un disservizio che si alterna in questo periodo di Covid-19. Sono un papà che insieme alla sua compagna stanno aspettando una bambina, siamo in cura presso il Policlinico di Palermo e abbiamo appreso dopo tante versioni che durante il parto non potrà esserci la mia presenza come nemmeno quella della mamma della partoriente, insomma nessun tipo di assistenza morale. Tutto questo legato alla problematica Covid-19. Abbiamo fatto presente che siamo ovviamente disponibili a sostenere le spese di un eventuale tampone e ad adottare le misure di messa in sicurezza per evitare il dilagare del virus. Dalla nostra parte abbiamo dichiarazioni dell'Istituto Superiore di Sanità che allegando diversi articoli di letteratura medico-scientifica dichiarano la salubrità e i benefici psichici della donna che ha la presenza di un familiare a stringerle la mano, (allego l'articolo: https://www.epicentro.iss.it/coronavirus/sars-cov-2-gravidanza-parto-allattamento-la-presenza-in-ospedale-dei-padri-o-della-persona-a-scelta-della-donna). La cosa più assurda di tutte è che la presenza del papà viene ammessa all'interno del nido per rilevare i dani anagrafici del nascituro, insomma una contraddizione vera e propria che porta con sé la volontà di abbandonare la donna durante un momento così bello e traumatico. Chiedo il vostro intervento, affinché possiate smuovere gli animi e possa Colmarsi questa ingiustizia che il Policlinico di Palermo sta attuando nei confronti delle neomamme. Grazie (Giovanni Cammarata)

Volevo segnalarvi che la vaccinazione antinfluenzale è organizzata in maniera pessima, si fa il turno fisico invece che con prenotazione, creando quindi assembramento in un periodo come il nostro in cui non si dovrebbe. Nei giorni scorsi, già alle 8,30 eravamo 64 persone e hanno scritto che hanno solo 42 dosi, questo a Pallavicino. Sarebbe bastato organizzare il tutto con prenotazioni telefoniche. Spero che possiate scrivere sull'argomento perché noi poveri cittadini non abbiamo nessuno strumento a nostra tutela. (Stefania Di Piazza)