Come si cura la mastite in allattamento? - BimbiSanieBelli.it

2022-09-10 03:57:30 By : Mr. Mike Wu

Nutrire al seno il proprio bambino è un'esperienza unica e fondamentale. Tuttavia, a volte la comparsa della mastite può indurre molte donne a rinunciare. Ecco i rimedi per questa dolorosa infezione

Il primo alimento assunto dal neonato è il colostro: detto anche “primo latte”, è in realtà una sostanza più acquosa di colore giallo, ricca soprattutto di proteine, zuccheri e anticorpi. Dopo alcuni giorni dal parto si presenta la montata lattea vera e propria che dà inizio all’allattamento. Nelle prime settimane, tuttavia, la situazione è ancora in fase “di rodaggio”, per cui il seno deve calibrare la produzione di latte per rispondere nel migliore dei modi alle esigenze del neonato. È proprio in questa fase iniziale che possono presentarsi alcune difficoltà dovute al fatto che il piccolo non si attacca nella maniera corretta o non succhia abbastanza. Tutto ciò può portare alla presenza di disturbi che – se non si interviene correttamente – possono avere conseguenze sull’allattamento: l’ingorgo mammario e la mastite. Entrambi possono, però, presentarsi anche a distanza di mesi dal parto e quindi ad allattamento già avviato, pregiudicandolo. Ecco come intervenire.

Nei primi periodi può essere difficile calibrare la produzione di latte rispetto alla suzione del piccolo. La lattazione si basa, infatti, su un meccanismo di domanda e offerta: in pratica, quanto più il bimbo succhia tanto più latte viene prodotto. Tuttavia, può accadere che il seno non venga svuotato a sufficienza durante la poppata e continui a riempirsi di latte dando origine a un disturbo chiamato appunto ingorgo mammario: la mamma ha dolore e il bimbo fa fatica ad attaccarsi perché l’areola è troppo dura e il flusso di latte è rallentato. La mammella si presenta tesa, gonfia, talvolta lucida, tumefatta e dolorante, a volte arrossata soltanto in un punto che diventa più duro e di colore rosso e si avverte una sensazione di malessere ma senza febbre. I sintomi dell’ingorgo mammario di solito si manifestano pochi giorni dopo il parto ma scompaiono da soli se si continua ad allattare il piccolo al seno: solo così infatti si riesce a svuotare le mammelle bene prima che si riempiano nuovamente di latte.

La mastite puerperale è una complicanza piuttosto frequente dell’ingorgo mammario. Si tratta di un’infezione causata da batteri (nella maggior parte dei casi il responsabile è lo stafilococco aureus), spesso penetrati attraverso le ragadi (sottili taglietti sul capezzolo e intorno all’areola) e proliferati proprio dove c’era il ristagno di latte dovuto a un ingorgo mammario o a un dotto galattoforo ostruito. La mastite in genere si manifesta con:

Anche in questo caso però non è necessario – e nemmeno consigliabile – smettere di allattare: la sospensione dell’allattamento, infatti, potrebbe addirittura peggiorare la situazione.

Una delle cause principali dell’ingorgo (e, di conseguenza, della mastite) è un allattamento non ben avviato, magari a causa di una posizione scorretta del bambino durante la suzione che non consente un adeguato svuotamento del seno. Esistono però altre cause concomitanti, come per esempio:

In caso di ingorgo È fondamentale continuare ad allattare alternando le mammelle: in questo modo si facilita lo svuotamento naturale del seno risolvendo il problema. Si può poi iniziare la poppata dal seno gonfio: nel caso, però, si avvertisse eccessivo dolore, può essere utile effettuare la spremitura manuale o con il tiralatte. Per lenire il dolore e favorire il riflesso ossitocinico (e quindi la discesa del latte) sono utili anche gli impacchi caldo-umidi prima della poppata. Sempre prima della poppata è consigliabile massaggiare delicatamente il seno con movimenti circolari, procedendo a spirale dall’attaccatura verso il capezzolo: il massaggio, infatti, aiuta la fuoriuscita del latte e rilassa. Anche attaccare il bambino variando posizione a ogni poppata favorisce lo svuotamento del seno. Il consiglio in più Un rimedio naturale contro l’ingorgo mammario consiste nell’applicazione sul seno di foglie di cavolo verza: vanno prima schiacciate con un mattarello e poi avvolte attorno al seno lasciandole in posa per circa 20 minuti. Il trattamento va ripetuto 2 o 3 volte al giorno.

In caso di mastite In origine ci possono essere un ingorgo o un dotto galattoforo (canalino attraverso cui scorre il latte) ostruito, oppure un’infezione secondaria dovuta alle ragadi attraverso cui sono penetrati dei germi. Anche per questo disturbo valgono la maggior parte dei rimedi validi per l’ingorgo ossia:

Se necessario il medico può prescrivere una cura di antibiotici compatibili con l’allattamento, in modo da consentire comunque le poppate al seno. Il medico va invece chiamato subito in caso di mastite bilaterale (che riguarda entrambe le mammelle).

Alcune regole generali possono essere utili non solo per alleviare disturbi come l’ingorgo e la mastite ma, addirittura, per prevenirli. La prima cosa da fare è allattare il bambino sin dalla nascita e a richiesta: la suzione del bambino è, infatti, il sistema migliore per regolare la produzione e la fuoriuscita di latte. All’inizio possono servire almeno 8 poppate al giorno, in modo da evitare intervalli troppo lunghi tra l’una e l’altra. Se possibile, va evitato tutto ciò che possa interferire con l’allattamento, come il ciuccio, il biberon e le tisane. Occorre, poi, controllare la posizione del bambino ed eventualmente correggerla per evitare la formazione di ragadi (il bambino deve afferrare tutta l’areola e non solo il capezzolo). È inoltre consigliabile cambiare spesso posizione. Può anche essere d’aiuto:

Il fatto che un bambino si dimostri entusiasta dell'ingresso alla scuola materna non è predittivo di come reagirà all'arrivo di un fratellino.   »

Dopo un aborto, è normale che l'ormone beta-hCG rimanga nel sangue per alcune settimane, ma se il periodo si protrae oltre i 42 giorni circa è possibile che si sia instaurata un'altra gravidanza.   »

L'impiego degli SSRI è compatibile con lo stato di gravidanza e non espone a particolari rischi, mentre può essere pericoloso sospenderli o anche solo diminuirne il dosaggio rispetto a quello necessario per controllare il disturbo dell'umore.   »

Non bisogna immediatamente giungere alla conclusione che il rigurgito del latte dopo le poppate, frequentissimo nei primissimi mesi di vita, sia segno di una patologia. Molto più spesso è solo l'espressione di un'immaturità dei meccanismi che impediscono ai liquidi di risalire dallo stomano all'esofago,...  »

Una durata della gravidanza compresa tra le 38 e le 42 settimane rientra nella normalità. A influenzare la lunghezza della gravidanza è anche la familiarità.  »