“Cerchiamo terapie su misura per pazienti oncologici: meno effetti collaterali, più qualità di vita” (di N. Moncalero) - HuffPost Italia

2022-09-10 03:58:54 By : Mr. Michael Lee

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È un momento di rinascita, il modo concreto per dire: "Quello che ho vissuto è un ricordo brutto, ma solo un ricordo". La pensano così le Donne in Rosa, ovvero le donne che con addosso una maglietta colorata (di rosa appunto) parteciperanno a Race For The Cure, le giornate di prevenzione (dal 5 all'8 maggio) organizzate a Roma da Komen, l'associazione senza scopo di lucro che si occupa di sostenere la prevenzione e la ricerca per la cura del tumore al seno. Domenica 8 si potrà correre o camminare lungo il Circo Massimo, pazienti e medici insieme, ma anche simpatizzanti. Perché Race For The Cure è il momento in cui la comunità si stringe attorno a chi lotta in prima linea contro il tumore alla mammella, che sia un medico o un paziente. O un parente o un amico. O ancora una persona sensibile al tema, che voglia fare qualcosa per gli altri. 

A parlarne ad Huffpost è Sabatino D'Archi, Dirigente Medico, Chirurgo Senologo del Centro Integrato di Senologia, Fondazione Policlinico Universitario "A. Gemelli" IRCCS, premiato quest'anno dalla Fondazione Umberto Veronesi per l'umanizzazione della medicina, e anche medico volontario per Komen. 

D'Archi è appena tornato da un congresso in Usa, dove ha visto direttamente come si sta muovendo la ricerca in campo oncologico. "L'attenzione di tutti è focalizzata sulla terapia personalizzata cucita addosso al paziente - racconta - , sempre meno invasiva e con sempre minori effetti collaterali. Ad oggi la ricerca è in questo senso. Si stanno facendo studi importanti dal punto di vista oncologico per cercare di  sfruttare il sistema immunitario nei trattamenti e ridurre le indicazioni alla chemioterapia che evidentemente è una delle terapie con più effetti collaterali. Si fa ricerca su tecniche chirurgiche oncoplastiche che permettono risultati oncologici ottimali ma coniugati ad un risultato estetico. Tenendo in considerazione che, soprattutto nelle donne giovani, quando viene tolto un tumore non si deve causare un danno estetico ma si deve cercare di preservare anche l'aspetto estetico del seno per impattare poco sulla qualità di vita sessuale e sociale della paziente".

Non solo ricerca, ma anche prevenzione sul campo: così si combatte il tumore. E D'Archi è anche uno dei medici volontari che grazie ai progetti di Komen ha girato l'Italia per effettuare i test di screening nei posti dove a volte la prevenzione fatica ad arrivare. "Siamo andati nei quartieri periferici delle città italiane, di recente siamo stati in un carcere a fare prevenzione. Ecografie e mammografie alle pazienti detenute: molte non avevano mai fatto un esame del seno nella loro vita. Ma anche al personale che lavora nelle carceri. Siamo andati da donne ospitate nei centri di accoglienza, da extracomunitarie, dalle pazienti sotto terapia psichiatrica, ricoverate nei centri di salute mentale. Siamo stati in tutti quesi posti dove la prevenzione non arriva. L'abbiamo portata noi con la Carovana della Prevenzione e questo sicuramente durante il periodo della pandemia si è rivelato parecchio utile".

Che cosa significa per lei Komen?

"Per farle capire, le racconto di Susan Komen, che dà il nome all'associazione. Era una donna giovane, che ha perso la vita per un tumore alla mammella negli Usa negli anni 70. All'epoca, parlare del tumore al seno era un tabù in tutto il mondo perfino negli Stati Uniti. La Komen ha detto ai famigliari e agli amici tardi che era malata, perché si vergognava. Questo purtroppo succede ancora anche oggi in alcuni ambienti socioculturali. La sorella di Susan le promise che avrebbe fatto in modo che negli anni sarebbe cambiato l'approccio al tumore al seno, sarebbe diventato un argomento affrontabile con più serenità da parte delle pazienti. Così ha promosso tramite questa associazione incontri tra pazienti, informazioni e l'importanza della prevenzione. L'idea delle Donne in Rosa è proprio il risultato della volontà di questa donna che ha voluto cambiare nell'immaginario collettivo su quello che è il tumore alla mammella. E quindi in questi giorni un po' tutte le pazienti è come se non vedessero l'ora di manifestarsi e dire: io ho avuto il tumore alla mammella , ma sto bene, come potete vedere faccio una passeggiata in centro, ho avuto il tumore alla mammella ma adesso è un ricordo brutto, ma è stato soltanto un momento della mia vita"

Più che mai quest'anno è utile tornare a parlare in presenza di prevenzione

"La Race For the Cure è alla 23 esima edizione, ed è la più grande al mondo per la lotta del tumore al seno. Quest'anno l'obiettivo fondamentale è il ritorno alla normalità: dopo due anni in cui il Covid ha inciso sulle campagne di prevenzione in maniera radicale. Nel 2020 c'è stata una riduzione del 35 per cento dei programmi di screening. L'abbiamo quantificato in circa 3mila donne che hanno avuto un ritardo nella diagnosi di tumore, un ritardo della diagnosi che significa dover fare interventi più invasivi, con una qualità della vita peggiore nel post operazione, senza contare la prognosi peggiore"

Cosa si può fare ora?

"Con i fondi ricavati da giornate come questa promuoviamo la prevenzione. Dal 2017 abbiamo istituito un progetto che si chiama la Carovana della Prevenzione, molto utile anche durante periodo del Covid. Abbiamo acquistato 4 unità mobili. Si immagini un camper vero, allestito con dotazione tecnologiche di ultima generazione, mammografia, ecografo e soprattutto un medico volontario. Con un autista abbiamo girato l'Italia e abbiamo offerto durante queste giornate oltre 140mila prestazioni mediche nei posti dove la prevenzione non viene tanto presa in considerazione o non arriva tramite lo screening regionale, in posti un po' più disagiati, dove la prevenzione è lontana da quella che è la giornata delle pazienti"

Ma è un progetto continuativo?

"È il progetto principale, continuativo della Komen. La Race invece è uno dei momenti più importanti in cui si può continuare a finanziare tutto ciò che facciamo per la lotta al tumore. Dal 5 all'8 maggio allestiremo il Villaggio della Salute al Circo Massimo per offrire esami diagnostici di screening per tutte le patologie femminili. Ci sono tante attività: ecografie, mammografie, visite endocrinologiche , dermatologiche, ginecologiche. Promuoviamo la salute con iniziative di sport, fitness, corsa, alimentazione sana, benessere psicologico. Negli stand ci saranno infermieri e medici, ma anche le Donne in Rosa che sono il simbolo della Race for the Cure. Questa si è dimostrata, nel tempo, essere una testimonianza che sensibilizza l'opinione pubblica sull'importanza della diagnosi precoce. Trasmette un messaggio di speranza a chi invece il tumore al seno magari ce l'ha oggi e deve essere operata. Vedere una donna che ha già subito l'intervento ed oggi è lì, come volontaria e magari fa anche la corsa, è un bel segnale. È molto più efficace di tutte le parole che possiamo usare"

Prevenzione ed esami di screening, chi può o dovrebbe andare a fare i primi controlli?

"I programmi di screening al momento prevedono una mammografia ogni due anni, nell'arco di un'età tra i 50 e i 70 anni, ma noi abbiamo visto che c'è stato un incremento di casi nelle giovani: operiamo donne a partire dai 30 anni e a volte anche prima. Quindi il consiglio che diamo è di eseguire una mammografia all'anno a partire dai 40 anni di età e negli anni precedenti quanto meno fare una ecografia mammaria all'anno a partire dai 30 anni e anche la visita dal senologo. Perché spesso nelle donne che hanno una famigliarità diretta col tumore della mammella ci possono essere delle predisposizioni genetiche che quindi aumentano il rischio in maniera significativa. Chi ha familiarità diretta deve recarsi a fare una visita dal senologo e iniziare i protocolli ad alto rischio. Tra i vari test che facciamo al Villaggio della Salute ci sono anche i pap test che sono diretti alle più giovani. È sempre bene ricordare che non c'è un limite di età alla prevenzione soprattutto nelle occasioni in cui si offrire un ventaglio di opzioni di questo tipo"

Cosa possiamo fare per partecipare per la raccolta fondi?  "Tramite il sito Race For the Cure possono partecipare tutti. Tutti possono iscriversi alla corsa o alla passeggiata. Tutti possono donare" Come verranno usati i fondi raccolti?

"Uno dei progetti cardine è la Carovana della Prevenzione. In particolare quest'anno la Race servirà a finanziare un'iniziativa per coprire il divario che esiste tra nord e sud nella prevenzione del tumore al seno. Il progetto si chiama "Più a sud" e prevede l'acquisto e l'utilizzo di ulteriori unità mobili che porteranno test diagnostici nelle regioni meridionali. Il progetto pilota partirà a giugno dalla provincia di Cosenza dove sappiamo che solo il 4 per cento delle donne ha fatto lo screening. Le unità mobili affiancheranno le iniziative regionali per aiutare le Regioni a colmare questa disparità. Poi verranno utilizzati per investimenti sulla ricerca: per una terapia personalizzata cucita addosso al paziente, sempre meno invasiva e con sempre minori effetti collaterali e ancora per gli studi sulle tecniche chirurgiche oncoplastiche. C'è poi anche un progetto a cui tengo molto di cui sono uno dei coordinatori da oltre 10 anni: si chiama 'La prevenzione comincia in classe'. Il progetto, molto apprezzato da studenti ed insegnanti consiste nel tornare tra i banchi di scuola con l’obiettivo di avvicinare i giovani alla cultura della salute e del benessere, attraverso seminari, workshop, materiali didattici e iniziative a loro dedicate. Avere la possibilità di catalizzare l'attenzione degli studenti su argomenti così delicati, ed a volte per loro quasi del tutto sconosciuti, e scorgere ad ogni lezione la curiosità e l'interesse nelle loro domande, rappresenta per me un momento di scambio molto stimolante, ed un'esperienza unica di arricchimento reciproco".

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